Quali sono le caratteristiche diamanti? Le caratteristiche dei diamanti si riferiscono alle proprietà fisiche che la pietra preziosa possiede a partire dal suo stato naturale e che possono essere eventualmente esaltate tramite la successiva lavorazione e l'attività di un tagliatore.
Le caratteristiche di un diamante derivano dalla sua origine
I diamanti sono originati a grandi profondità nel mantello terrestre in condizioni chimiche e fisiche molto particolari: l'elevata pressione e l'intenso calore contribuiscono alla modificazione del carbonio puro che subisce un processo di cristallizzazione e che quindi genera il diamante grezzo.
Successivamente, a causa di fenomeni eruttivi e tellurici, i diamanti risalgono per centinaia di chilometri fino alla superficie contenuti all'interno di una particolare formazione rocciosa madre, solitamente formata da kimberlite, da cui vengono liberati in seguito all'attività mineraria di estrazione o per erosione dovuta a fenomeni climatici superficiali.
Nel mondo, i giacimenti diamantiferi più produttivi e conosciuti sono in Botswana, Russia, Angola, Canada, Congo, Sud Africa, Brasile e India: in questi luoghi ci sono svariate miniere ma anche giacimenti alluvionali in cui i diamanti sono già in superficie liberati dalla roccia madre ma nascosti da impurità minerarie che sono rimuovibili tramite vari lavaggi.
I diamanti grezzi ottenuti dall'attività estrattiva vengono quindi suddivisi in funzione della loro qualità: quelli di qualità superiore sono destinati al taglio e alla lucidatura per la produzione gemmologica e di gioielleria mentre quelli di qualità inferiore vengono destinati alle applicazioni industriali.
Diamanti caratteristiche fisiche e chimiche di assoluto rilievo!
Il particolare processo di formazione che avviene ad altissime temperature e condizione di pressione trasferisce al diamante delle proprietà davvero uniche: il diamante è infatti composto da atomi di carbonio a struttura tetraedrica che conferiscono al cristallo una stabilità cinetica che si associa ad un'instabilità termodinamica.
Grazie a questo particolare condizione, il diamante è a tutti gli effetti un materiale metastabile che è caratterizzato da alcune proprietà davvero notevoli.
Diamante caratteristiche principali sono: l'assoluta durezza, l'elevatissima conducibilità termica, una trascurabile propensione alla dilatazione termica, l'alta resistenza agli agenti chimici, un'elevatissima idrorepellenza, e, non da ultima, un elevato indice di dispersione ottica.
In particolare il diamante è il minerale più duro in natura che si conosca: nella scala di Mohs raggiunge il valore 10 risultato rispetto al corindone, secondo classificato con valore 9, 140 volte più duro.
Per questo motivo il diamante viene normalmente utilizzato per scalfire qualsiasi altro materiale e può essere lavorato solo tramite l'uso di altri diamanti: a tale proposito va rilevato che non tutti i diamanti vantano lo stesso grado di durezza e ciò è dipeso da come si è formato il cristallo.
Diamanti con fasi di accrescimento graduali nel tempo, distinguibili solitamente per la presenza di impurità, tendono ad essere meno duri di quelli, generalmente più piccoli e in forma ottaedrica perfetta o quasi, che invece hanno subito un accrescimento del cristallo in un'unica fase temporale.
Inoltre il diamante ha un grado di tenacità considerevole: la tendenza di assorbire energia, ossia di subire un qualsivoglia urto senza rompersi, del diamante è superiore a quello di tutte le altre pietre preziose.
L'aspetto del diamante e il taglio del diamante: due facce della stessa medaglia
Il diamante è composto sostanzialmente da due sezioni, la corona e il padiglione, divisi da una linea denominata cintura.
La corona è costituita da 1 tavola, 8 faccette di stella, 8 facce fondamentali, 16 faccette di traverso.
Il padiglione è costituito da 16 faccette di traverso inferiori e 8 facce fondamentali inferiori.
Sulla base dell'analisi del diamante grezzo, l'esperto tagliatore può esaltare le proprietà naturali della pietra preziosa trasformandola in gemme da utilizzare in gioielleria.
La forma più comune di taglio del diamante è quella rotonda, denominata a brillante. Con questo termine si identifica un taglio rotondo con minimo 57 faccette, a cui si aggiunge una tavola inferiore (non sempre esistente).
Fra i tagli più comuni ci sono il taglio brillante, il taglio a cuore, a brillante ovale, a marchese o navette, a goccia, a smeraldo, a baguette, huit-huit, a carré, a trapezio, a principessa, radiant, barion, a cuscino, a rosa olandese e a rosetta.
Non sono tutti ugualmente diffusi, alcuni, come quello a rosetta, stanno via via cadendo in disuso mentre ce ne sono altri, come il taglio brillante, che sono sempre di moda: attenzione però, il brillante è un particolare tipo di taglio e non una pietra preziosa a se stante.
Spesso infatti si confondono il termine brillante e il termine diamante come anche le loro caratteristiche.
Caratteristiche brillanti e caratteristiche diamanti sono quindi identiche? No, perché brillanti e diamanti non sono sinonimi: quindi si possono avere brillante caratteristiche molto diverse rispetto a quelle dei diamanti.
Infatti il termine brillante, se usato da solo, indica esclusivamente un tipo di taglio e, in particolare, una pietra a taglio rotondo che può essere diversa dal diamante e anche del tutto sintetica: comprenderai facilmente che le caratteristiche dei brillanti possono sovrapporsi a quelle dei diamanti solo se la pietra in oggetto è un diamante.
Il taglio del diamante viene eseguito effettuando in successione tre operazioni: la sfaldatura, la sbozzatura e la politura.
La sfaldatura del diamante consiste nel rendere il diamante grezzo, se non lo fosse già naturalmente, di forma ottaedrica.
La sbozzatura del diamante invece permette di rendere abbozzate le facce principali.
La politura infine consiste nel taglio vero e proprio che consente di perfezionare le facce esistenti, creare quelle minori ed effettuare la lucidatura finale.
Caratteristiche diamante e classificazione: la regola delle 4C
Le caratteristiche del diamante sono direttamente responsabile del suo valore.
In particolare esistono quattro fattori che determinano quanto vale un diamante in base alle sue peculiarità e sono: colour (colore), clarity (purezza), cut (taglio) e carat (caratura, cioè peso).
Tali fattori compongono la cosiddetta regola delle 4C, dalla prima lettera di ciascun termine in inglese, e determinano la classificazione dei diamanti secondo cui il Rapaport Diamond Report qualifica i diamanti e ne attribuisce un valore di riferimento.
Per quanto riguarda il colore, i diamanti più puri sono solitamente incolori e trasparenti e viene loro assegnata una lettera a scelta fra D, E ed F a seconda di quanto è incolore la pietra dove D è migliore di F: se invece assumono una colorazione, questa è dipesa da impurezze o difetti strutturali.
I diamanti quasi incolori o leggermente colorati assumono le lettere G, H, I, J dove G è migliore di J.
Seguono altre lettere dalla K alla Z per le varie sfumature di giallo, dal giallo pallido al giallo chiaro.
Esistono anche diamanti marroni, rossi, rosa, blu e neri che risentono di particolari caratteristiche naturali che hanno contribuito alla formazione del cristallo: da notare che i diamanti rossi sono le gemme più rare al mondo con un prezzo che può tranquillamente raggiungere i 100.000 euro al carato.
Per quanto concerne la purezza, i diamanti possono presentare impurità chiamate inclusioni e difetti, anche superficiali, che vengono riscontrate con lenti a 10 ingrandimenti.
A seconda della presenza di inclusioni, il diamante viene definito, secondo una scala discendente in termini di purezza, Internally Flawless (IF), Very, Very Slightly Included (VVS1 e VVS2), Very Slightly Included (VS1 e VS2), Slightly Included (SI1 e SI2) o Included (I1, I2 e I3).
Per quanto riguarda il taglio, a seconda della proporzioni e della simmetria ma anche della brillantezza restituita, i diamanti vengono classificati secondo alcuni valori in scala (dal migliore al peggiore): Excellent (Eccellente), Very Good (Molto buono), Good (Buono), Fair (Mediocre) e Poor (Scarso).
Infine il peso: i diamanti, come altri preziosi, si misurano in base al peso che viene espresso carati.
A differenza delle leghe metalliche preziose, il carato equivale, nell'ambito dei diamanti, a 0,2 grammi ed è ulteriormente suddivisibile in punti che equivalgono a 1/100 di carato: un tempo veniva utilizzata anche la dicitura di grani, equivalenti a 1/20 di grammo.
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